(versione breve)
La parola shin 神 significa divino, elevato, supremo, sacro. Il divino non è in questo caso un concetto di matrice religiosa, bensì un’attitudine, un’implementazione delle capacità umane fisiche e spirituali.
Il Maestro Gichin Funakoshi 船越 義珍 (Shuri, 10 novembre 1868 – Tōkyō, 26 aprile 1957), padre fondatore dello stile Shotokan 松濤館, ha scritto:
“Lo scopo ultimo del karate non si trova nella vittoria o nella sconfitta, ma nella perfezione del carattere dei partecipanti”
La parola ryū 龍 vuol dire drago (si può scrivere anche tatsu 竜). Il drago giapponese Nihon no ryū (日本の竜) è una creatura leggendaria nella mitologia e nel folklore nipponico.
Il drago giapponese è una fusione, come per molti altri aspetti e simboli giapponesi, del patrimonio culturale importato da Cina, Corea e India con le tradizioni autoctone nipponiche. Come gli altri draghi asiatici, molti di quelli giapponesi sono associati alle precipitazioni e all’acqua, e sono tipicamente rappresentati come grandi creature serpentine, in grado di volare e con zampe munite di artigli.
Nella mitologia cinese il drago è una creatura dalla potenza prodigiosa e sovrannaturale ed è dotato di immensa saggezza, tanto da avvicinarsi allo stato di semidio. Si pensi che il drago era identificato come il guardiano simbolico degli dei.
Lungi dal ritenere il Karate Shinryū un’arte dai connotati soprannaturali è comunque opinione dei fondatori che l’animo del praticante debba essere assennato, dedicato, desideroso di raggiungere uno stato di costante impegno e tensione verso il miglioramento di se stessi.
Il drago è solo un simbolo, bene augurante, di tale perseveranza